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Una parola difficile da pronunciare che descrive una situazione altrettando difficile. Andiamo a scoprire cos’è l’Endometriosi, quali sono i suoi sintomi e quale è la cura.
Cos’è l’endometriosi
L’endometriosi è una malattia ginecologica benigna, provocata dall’impianto di cellule endometriali che nella normalità sono presenti nella cavità uterina, al di fuori dell’utero. Quindi le cellule endometriali, che dovrebbero trovari all’interno dell’utero, nell’endometriosi sono al di fuori di esso. Questo provoca uno stato infiammatorio cronico a livello pelvico a carico dell’apparato genitale, stato che coinvolge anche gli organi circostanti ossia la vescica e l’intestino. L’endometriosi può essere presente già dalla prima mestruazione (menarca) e accompagnare la donna fino alla menopausa.
Endometriosi: cause
Una delle ipotesi più accreditate relative alle cause dell’endometriosi è il passaggio, provocato dalle contrazioni uterine che avvengono durante la mestruazione, di frammenti di endometrio dall’utero nelle tube e poi nell’ addome, con impianto sul peritoneo e sulla superficie degli organi pelvici, e più raramente sul fegato, sul diaframma, sulla pleura e sul polmone.
Sintomi endometriosi
In una bassa percentuale dei casi l’endometriosi può essere asintomatica ma generalmente la malattia si manifesta con sintomi che possono talvolta diventare debilitanti tanto da compromettere la qualità della vita delle donne che ne sono affette e possono anche portare ad avere difficoltà di concepimento. Per comprendere la severità dei sintomi basti pensare che oggi l’endometriosi è considerata una patologia cronica invalidante.
I principali sintomi della malattia sono:
- dolori molto intensi durante il periodo mestruale e premestruale (dismenorrea)
- dolori nel periodo dell’ovulazione
- dolori pelvici cronici
- dolore durante i rapporti sessuali
- stanchezza fisica cronica
Diagnosi
Un’alta percentuale di casi di endometriosi ( 30-40%) è diagnosticata occasionalmente durante inverventi o accertamenti per altre patologie in donne asintomatiche.
Solo uno specialista o un centro specializzato possono fornire una corretta diagnosi che viene fatta attraverso una scrupolosa raccolta dei sintomi, una visita ginecologica con esplorazione vaginale e tavolta anche rettale, un’ecografia pelvica di secondo livello volta ad identificare anche localizzazioni della malattia al di fuori dell’apparato genitale. Talvota possono rivelarsi utili anche un’ecografia dell’apparato urinario, la risonanza magnetica ed indagini sull’intestino.
Terapia endometriosi
Tra i trattamenti volti a curare l’endometriosi ci sono l’intervento chirurgico, la terapia medica, e, anche in alcuni casi, l’osservazione.
Trattamento chirurgico
L’asportazione tramite intervento chirurgico dell’endometrio in laparoscopia è indubbiamente la terapia più immediata, efficace e meno invasiva. E’ volta a preservare l’apparato genitale riproduttivo della paziente.
Se la malattia ha un interessamento extragenitale, è necessario un approccio multidisciplinare, che coinvolga professionisti, soprattutto urologo e chirurgo generale, di elevato livello nel proprio settore di modo da garantire un approccio chirurgico completo.
Terapia medica
La terapia medica è spesso indicata dopo l’intervento chirurgico ed è volta a ridurre il rischio di ripresentazione della malattia.
Occorre inoltre considerare che non sempre i sintomi legati all’endometriosi possono scomparire completamente dopo l’intervento, ed in tal caso la terapia medica contribuisce significativamente alla riduzione dei sintomi migliorando la qualità di vita.
Per via dei forti dolori, è solitamente impiegata una terapia tramite progestinici che hanno però diversi effetti collaterali. Agiscono rapidamente sui sintomi diminuendo il dolore ma non migliorano lo stato della malattia.
Lo stile di vita
Uno stile di vita sano è in grado di modificare positivamente il decorso della malattia, riducendo i sintomi. Una corretta alimentazione con adeguato apporto di fibre e vitamine e la riduzione dell’introduzione proteine di origine animale, l’assunzione di integratori volti a ridurre l’infiammazione, l’astensione dal fumo e lo svolgimento di un esercizio fisico regolare, sono in grado i migliorare la qualità di vita delle donne che soffrono di endometriosi in modo significativo.
Endometriosi e sterilità
Il 30% delle donne affette dall’entrometriosi risulta avere difficoltà di concepimento. La malattia intacca, anche se in modi diversi, l’apparato riproduttivo femminile, i tessuti coinvolti nell’attecchimento degli embrioni e le riserve ovariche, portando così, quando scarse, all’impossibilità di fecondazione.
Endometriosi: i numeri
In Italia il 10-15% delle donne in età riproduttiva è affetta da endometriosi; la malattia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficolta a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni. Il picco di coinvolgimenti riguarda le donne di età compresa tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può manifestarsi anche in fasce d’età più basse.
La diagnosi talvolta viene fatta dopo un percorso lungo e difficile anche sotto l’aspetto psicologico.
Endometriosi e qualità della vita
Si tratta di una malattia che può essere invalidante. Oltre il dolore mestruale, ci può essere dolore durante i rapporti sessuali, durante la minzione e la defecazione, a volte accompagnato dalla comparsa di sangue nelle urine o nelle feci.
Il dolore può essere cronico e persistente, ma di solito i sintomi peggiorano durante il periodo mestruale. Alcune donne lamentano astenia e lieve ipertermia, che può accentuarsi in periodo mestruale, oltre a fenomeni depressivi.
L’endometriosi inoltre provoca probelmi di sub-fertilità o infertilità nel 30-40% dei casi e l’impatto della malattia incide sulla qualità della vita.
E’ fondamentale da subito riferire di dolori anomali. Inoltre è bene sottolineare che le donne che hanno la madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio di svilupparla sette volte maggiore.
L’endometriosi è inserita nell’elenco delle patologie croniche e invalidanti, negli stadi clinici più avanzati (“moderato o III grado” e “grave o IV grado”). Le donne che ne sono affette hanno il diritto ad usufruire in esenzione di alcune prestazioni specialistiche di controllo.
Si stimano circa 300.000 esenzioni.