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Iniziamo con i numeri: per 5-6 giorni ogni mese per circa quarant’anni le donne hanno il ciclo mestruale e usano gli assorbenti, per una media di 5 al giorno. Non prendete nota e nemmeno la calcolatrice: fa 12.000. Dodicimila assorbenti nel corso della vita, chi più chi meno. Una montagna.
Se si pensa al lato ambientale l’immagine non è tra le più belle. Dove finiscono gli assorbenti una volta utilizzati? Come si differenziano? Come si smaltiscono e che impatto ambientale hanno?
Affrontiamo dubbi comunissimi che riguardano la semplice gestione dell’assorbente non come tampone lo pannolino ma come rifiuto. Ed impariamo a differenziarlo correttamente. Si, perché non vogliamo certo che il ciclo oltre che a infastidirci in quei giorni, abbia conseguenze negative anche sull’ambiente.
Tipologie di assorbenti
Sono tante le tipologie di assorbenti che si trovano in commercio e che sono oggetto di questo articolo, vediamoli
Salvaslip: sono piccoli e sono impiegati per contenere le piccole perdite giornaliere tra un ciclo e l’atro.
Regolari: hanno una forma rettangolare e una larghezza media.
Super/maxi assorbenti: sono più grandi ed assorbono di più rispetto al classico assorbente.
Assorbenti notte: hanno una forma più lunga e durante la notte, quando il flusso è generalmente più abbondante, garantiscono una protezione maggiore.
Assorbenti interni: sono dei piccoli tamponi di forma cilindrica disponibili in diverse dimensioni.
Assorbenti post parto: sono destinati alle donne dopo il parto.
Come sono fatti gli assorbenti?
Gli assorbenti igienici sono di diverso tipo, ma tra i materiali maggiormente utilizzati per la loro produzione ci sono il rayon sbiancato (una tipologia di cellulosa che si ricava dalla pasta di legno), la plastica e il cotone. Al loro interno contengono piccole quantità di profumo atte a regolano l’intensità degli odori o polvere di polimero che si trasforma in gel ed ha la funzione di assorbire l’umidità.
Assorbenti: dove si buttano?
Raccolta indifferenziata assorbenti
Avrete intuito dalla composizione che gli assorbenti non sono riciclabili e pertanto sono destinati all’indifferenziata (RSU, rifiuti solidi urbani). Il sacco destinato solitamente, ma dipende dai comuni, è di colore grigio, oppure neutro/trasparente. Se avete dei bambini piccoli (o delle persone anziane incontinenti) e quindi avete anche “diritto” ai sacchi dei pannoloni potete impiegare quelli anche per i vostri assorbenti, e quindi cogliere l’occasione del giorno del ritiro dei pannoloni (nel caso risiediate in un comune dove si attua la raccolta porta a porta) per aggiungere i vostri assorbenti.
E’ buona norma, prima di gettare gli assorbenti in questo bidone, avvolgerli sia nella bustina di plasica in cui sono generalmente singolarmente avvolti che in una generosa quantità di carta.
Raccolta differenziata assorbenti
Ma non tutti gli assorbenti si buttano nell’indifferenziata, ci sono assorbenti compostabili che possono essere conferiti nel bidone dell’umido.
Assorbenti biodegradabili e Assorbenti compostabili
Oltre ai modelli di assorbenti più comuni che abbiamo detto che generalmente sono realizzati in cotone e materiale sintetico come il rayon ci sono assorbenti biologici, biodegradabili e compostabili.
Andiamo a chiarire questi due concetti.
Per compostabilità si intende, la capacità di una materiale organico di trasformarsi in compost.
Per biodegradabilità si intende la proprietà delle sostanze organiche e di alcuni composti sintetici di essere decomposti dalla natura.
Per essere considerato compostabile un prodotto deve innanzitutto essere biodegradabile e deve potersi decomporre in un arco di tempo relativamente breve (in circa 3 mesi).
I prodotti biodegradabili sono parecchi ma con tempi diversi quindi mentre è vero che ciò che è compostabile è sicuramente biodegradabile, non è invece necessariamente vero il contrario ossia che ciò che è biodegradabile sia anche compostabile.
In Italia i prodotti vengono ritenuti idonei al compostaggio se hanno effetti negativi né sul processo di compostaggio né sulla qualità del compost finale.
Per essere idonei al compostaggio gli assorbenti devono superare un test di compostaggio in terra e rispondere ad una serie di requisiti stabiliti da precisi standard disciplinari.
Se nella confezione dell’assorbente è riportata l’indicazione “compostabile” l’assorbente può essere conferito nel bidone dell’umido previa verifica con il vostro nostro Comune e/o Gestore della raccolta del corretto conferimento e trattamento di questo tipo di rifiuti.
Generalmente l’assorbente si sceglie per una serie di motivi che vanno dalla capacità assorbente al comfort, dalla capacità di trattenere i cattivi odori all’anatomicità. Ma scegliere l’assorbente che fa per noi anche in base a quello che è il suo impatto ambientale è una scelta etica di grande importanza. Gli assorbenti compostabili sono realizzati in materiali naturali che scongiurano il rischio di allergie, sono naturali e proteggono voi e anche l’ambiente. Quando acquistate la prossima confezione pensate al numero di inizio articolo: 12.000. Bello se la montagna invece che essere destinata ad una discarica potesse ritrasformarsi no?